Sei un runner o semplicemente ami allacciare le scarpe e andare a correre? Hai mai pensato che il fisioterapista potrebbe aiutarti a migliorare le tue prestazioni e a prevenire gli infortuni legati a questo sport?
Gli infortuni legati al running hanno origine multifattoriale (personale, legata al tipo di corsa o di allenamento oppure legati al tipo di stile di vita): il trattamento fisioterapico dovrà quindi tenere conto ed esaminare tutti i possibili fattori di rischio, così da poter risolvere sia i sintomi che la causa alla loro origine.
È importante conoscere il tipo di runner che si presenta alla valutazione. Vengono classificati in base alla distanza percorsa (dallo sprinter al maratoneta), all’esperienza (dal neofita al runner esperto), agli obiettivi che si vogliono raggiungere e all’ambiente in cui si pratica lo sport (trail running piuttosto che corsa su pista).
Chi corre il maggior rischio di infortunio?
- chi ha appena cominciato a correre;
- chi aumenta in modo repentino i carichi di lavoro durante l’allenamento o la sua intensità;
- chi corre per lunghe distanze.
Quali sono i fattori che influiscono sugli infortuni legati al running?
- Fattori fisiologici
- Sesso
- Biomeccanica
- Calzature e ortesi
- Ambientali (superficie su cui si corre, terreno, treadmill, condizioni metereologiche)
- Variabili di allenamento
- Nutrizione
Qual è la prevalenza degli infortuni legati alla corsa?
I distretti articolari più colpiti sono il ginocchio, la caviglia, il piede e la gamba. In percentuale, le patologie più frequenti sono la sindrome da dolore femoro-rotuleo, la tendinopatia achillea (clicca qui) e la sindrome da stress tibiale mediale.
Anche una biomeccanica della corsa poco efficiente gioca un ruolo importante nello sviluppo e nell’incidenza degli infortuni nel running, poiché, se un atleta ha una scarsa tecnica di corsa, questo influirà sulla capacità del corpo di assorbire le forze esterne, e ciò porterà ad una maggiore probabilità di sviluppare lesioni da sovraccarico.
Riabilitazione degli infortuni nel running
La riabilitazione deve tenere conto di alcuni fattori, tra cui il controllo del dolore, la mobilità, la forza muscolare, la propriocezione e la coordinazione, la riabilitazione funzionale, l’uso di ortesi e la psicologia dell’infortunio.
Sviluppare un piano di trattamento per migliorare la biomeccanica della corsa
Step 1: capire il tipo di allenamento e il tipo di infortunio tramite un esame soggettivo. Un colloquio approfondito con il fisioterapista permetterà di capire meglio il problema ed escludere altre patologie. Le domande verteranno sui fattori modificabili, tra cui per esempio la distanza abitualmente percorsa, la frequenza, il riscaldamento e lo stretching e sui fattori non modificabili, come gli infortuni pregressi. Sicuramente, un precedente infortunio è il fattore di rischio maggiore, assieme ad una sua riabilitazione incompleta.
Step 2: tramite l’esame fisico, capire i deficit di mobilità e controllo motorio. L’esame fisico permetterà di valutare la postura, la mobilità articolare, la forza muscolare ed il controllo neuromuscolare (tutti aspetti che influiscono sulla biomeccanica della corsa), tramite l’esecuzione di semplici movimenti.
Step 3: analizzare la tecnica e il tipo di corsa. Ci si potrà avvalere del treadmill ed un analisi video in 2D per osservare da vicino il movimento.
Step 4: creare un piano di trattamento personalizzato. Grazie ad un’attenta valutazione, sarà quindi possibile creare un programma di riabilitazione personalizzato, per garantire la risoluzione del problema ed un beneficio sul lungo termine. Si lavorerà quindi su: mobilità, stabilità, movimenti specifici, riprogrammazione dell’andatura e flessibilità.
- Mobilità: prediligere lo stretching dinamico nella fase iniziale permetterà al corpo di prepararsi al meglio alla corsa.
- Stabilità: per migliorare l’economia della corsa, soprattutto sulle lunghe distanze, si interverrà sul controllo motorio e la forza muscolare, soprattutto dove venga riscontrato un deficit.
- Movimenti specifici: servono per migliorare o riprogrammare lo schema della corsa, isolando componenti specifiche. Alcuni esempi sono gli A-skip, B-skip, calciata dietro e skip.
- Riprogrammare lo schema di corsa: la componente su cui porre maggiore attenzione durante la riprogrammazione dello schema di corsa è la cadenza e il numero di passi. Un aumento della cadenza, mantenendo velocità costante, può migliorare in modo significativo la biomeccanica della corsa. Allo stesso modo, aumentare il numero di passi, mantenendo la stessa velocità, riduce la lunghezza del passo, l’oscillazione verticale del corpo e l’impatto con il terreno, così come l’energia assorbita dalle articolazioni dell’anca, del ginocchio e della caviglia.
- Flessibilità: concluso l’allenamento, è consigliato eseguire stretching statico e dinamico, per migliorare l’articolarità.
La riabilitazione della biomeccanica della corsa richiede quindi un’accurata valutazione ed un piano di trattamento personalizzato. Rivolgersi ad un fisioterapista specializzato ti permetterà di migliorare la tua tecnica di corsa e prevenire gli infortuni legati al running.
A cura di:
Alessandra Laporta: fisioterapista.