L’immersione è un momento emozionante e delicato: bambino e genitore devono mostrare disponibilità e serenità nel vivere questa esperienza.
Inizialmente le immersioni vanno indotte, perciò è necessario procedere con un’esperienza di dinamismo respiratorio, che accompagna il neonato a risvegliare il riflesso d’immersione.
Il “Diving Reflex” è proprio di tutti i neonati ed è collegato all’apparato cardiovascolare e respiratorio.
Il neonato è dotato di una valvola speciale che chiude automaticamente il passaggio di aria tra bocca e polmoni, inducendo l’apnea. È un riflesso arcaico, già presente nella vita intrauterina.
Per risvegliare tale riflesso, si propone l’esperienza del “soffio del vento”. Il genitore dovrà soffiare sul naso e la bocca del bambino, stimolandogli un senso di fastidio che lo indurrà a chiudere la bocca e il naso, impedendo così il passaggio di aria.
Una volta presa confidenza con l’apnea si possono sperimentare diverse tipologie d’immersione, sia in verticale, sia in orizzontale, immersioni indotte verso il genitore o con passaggio sott’acqua verso l’altro. Ovviamente dopo l’immersione, c’è la risalita, un attimo molto emozionante per i bambini, i quali hanno appena vissuto lo spostamento verso un nuovo ambiente e appena tornati a galla ritrovano davanti a loro il volto del genitore, che subito mostra gratitudine e felicità.
Lo scopo delle esperienze d’immersione è di permettere al bambino di aggiustarsi ad un nuovo ambiente, quello subacqueo, scoprendo un nuovo dinamismo respiratorio, che gli permette di rafforzare il sistema cardiocircolatorio e respiratorio.